Residuo fisso: cos’è
Il residuo fisso dell’acqua rappresenta un dato che deve essere tenuto sotto controllo e che permette di scoprire effettivamente quale sia la qualità dell’acqua e soprattutto come procedere affinché sia possibile evitare una serie di potenziali complicanze una volta che l’acqua viene bevuta o comunque utilizzata.
Cosa si intende per residuo fisso
Il residuo fisso dell’acqua può essere definito come elemento che, effettivamente, consente di identificare con facilità la tipologia di bevanda che si sta consumando.
A seconda dell’indice che viene ottenuto, infatti, è possibile classificare l’acqua in una categoria ben specifica e quindi conoscere anche quali sono tutti i diversi benefici che si possono ottenere nel momento in cui questa viene bevuta.
Ovviamente è importante conoscere la definizione tecnica di tale valore: il residuo fisso indica la quantità di sali minerali contenuti nell’acqua una volta che questa viene sottoposta all’ebollizione a 180 gradi.
I sali minerali che rimangono vengono espressi in milligrammi per litri.
L’acqua e le diverse classi
In base al tipo di dato che si ottiene, è possibile inserire l’acqua in una categoria ben specifica.
Per esempio se il valore del residuo fisso è inferiore ai 50 mg/l, è possibile parlare di acqua mineralizzata, quindi è possibile notare come questa sia leggermente leggera e maggiormente semplice da digerire.
Se il valore non supera i 500 mg/l, ma è comunque superiore all’indice prima citato, l’acqua rientra nella categoria oligominerale, ovvero quella che tende a essere maggiormente diffusa in commercio.
Se invece il valore raggiunge ma non supera i 1500 mg/l, si parla di acqua medio minerale, mentre un valore superiore a quest’ultimo indice permette di assaporare l’acqua minerale, ricca di una serie di sostanze che, effettivamente, fanno in modo che il risultato finale possa essere definito come perfetto.
Di conseguenza conoscere le diverse classificazioni dell’acqua permette anche di sapere effettivamente quali sono i diversi benefici che si possono ottenere nel momento in cui l’acqua viene bevuta, dettaglio importante che occorre necessariamente conoscere specialmente se si segue un determinato regime alimentare.
Come si misura questo valore all’interno dell’acqua
Per poter conoscere questo valore è possibile svolgere una sorta di misurazione che deve essere necessariamente svolta con attenzione in maniera tale che il risultato finale possa essere definito come perfetto.
Il metodo classico per effettuare la misurazione consiste semplicemente nell’utilizzare una carta filtro grazie alla quale è possibile intrappolare i minerali che sono appunto contenuti all’interno dell’acqua.
In questo caso, dopo aver posto circa 50 ml d’acqua in un bicchiere completamente sterilizzato, bisogna mescolare il contenuto con un bastoncino per qualche minuto.
Pertanto occorre necessariamente considerare il fatto che l’operazione deve essere svolta con strumenti sterilizzati, proprio per evitare che possano esserci complicanze di ogni genere.
Una volta che l’acqua viene completamente mescolata, è fondamentale prelevare una piccola quantità d’acqua con una pipetta e successivamente porla sul filtro d’acqua, in maniera tale che il successo possa essere ottenuto.
I minerali vengono intrappolati nella carta filtro: l’operazione deve essere svolta con attenzione e allo stesso tempo occorre necessariamente fare attenzione a questo tipo di operazione affinché i residui minerali possano essere posizionati correttamente sulla carta filtro.
Il passo successivo consiste poi nel pesare questo foglio su una bilancia digitale, in maniera tale che si possa avere la concreta opportunità di conoscere quel valore specifico.
In caso contrario, è possibile utilizzare i misuratori digitali, quindi fare in modo che il risultato possa essere effettivamente ottenuto con maggior precisione.