Acqua minerale, oligominerale e naturale: differenze

Acqua minerale, oligominerale e naturale: differenze

17 Gennaio 2022 Blog 0
acqua

L’acqua è il principale elemento che compone l’organismo umano, fondamentale per la nostra idratazione e sopravvivenza. Per questo motivo la cura e l’attenzione che vengono posti nel controllare composizione e qualità dell’acqua potabile sono sempre elevatissime, rendendo disponibili una varietà di classificazioni in base alle caratteristiche naturali di questo liquido così prezioso.

Sarà infatti capitato di imbattersi nella definizione di acque naturali, minerali e oligominerali, senza comprenderne a pieno la differenza e le caratteristiche che contraddistinguono un prodotto dall’altro. Premesso infatti che tutte le acque destinate all’uso alimentare sono attentamente controllate dagli enti di riferimento al fine di avere sempre un prodotto potabile e mai nocivo per la nostra salute, è comunque impossibile avere a disposizione un’acqua completamente pura. Al contrario invece ogni tipologia presenta al suo interno in percentuale variabile preziosi sali minerali e altri oligoelementi che contribuiscono a garantire un adeguato livello di idratazione.
Cerchiamo quindi di capire insieme quali sono le differenze tra le principali tipologie di acque e le loro principali caratteristiche.


Acqua naturale e acqua potabile

Spesso si definisce erroneamente come naturale l’acqua priva di bollicine, che è possibile trovare in commercio o utilizzare direttamente dal rubinetto della propria casa. In realtà l’acqua naturale è solo quella che viene imbottigliata così come sgorga dalla sorgente, grazie alle sue caratteristiche che la rendono perfettamente adatta alla distribuzione per il consumo diretto. È pertanto corretta anche la definizione di acqua minerale naturale.
Nel caso dell’acqua del rubinetto è invece utilizzata la definizione di acqua potabile, che indica non tanto la provenienza delle acque, che possono essere appunto anche di superficie, ma la loro rispondenza a precisi parametri grazie ai trattamenti che le rendono adeguate al consumo alimentare.


Acque minerali e oligominerali: il residuo fisso

Appurato che le acque minerali sono per definizione tutte naturali, possiamo imbatterci in una ulteriore classificazione che dividerà le acque in minerali e oligominerali. Per comprendere a pieno il significato di queste due definizioni dobbiamo innanzitutto introdurre il concetto di residuo fisso, ossia la misura dei sali minerali o oligominerali contenuti in un litro d’acqua, dopo che lo stesso è stato fatto evaporare ad una temperatura di 180°C.
In base alla quantità di sali minerali essiccati ottenuti mediante questo procedimento potremo parlare di:

  • Acqua minimamente mineralizzata: con residuo fisso inferiore ai 50 mg/dl. Si tratta di un prodotto particolarmente indicato per le diete povere di sodio e per l’alimentazione dei neonati.
  • Acqua oligominerale: dotata di un residuo fisso tra i 50 ed i 500 mg/dl è un’acqua perfetta per l’uso quotidiano, in grado di favorire la diuresi e con un contenuto di sodio limitato.
  • Acqua minerale: con un residuo fisso compreso tra i 500 e i 1500 mg/dl è particolarmente ricca di sali minerali, indicata per diete particolari o per l’idratazione in caso di allenamenti con intensa sudorazione. Il suo consumo deve essere alternato all’assunzione di acqua oligominerale, e non è indicato in presenza di patologie specifiche come ipertensione o insufficienza renale.

Tutte le acque minerali naturali rappresentano una risorsa preziosissima per il nostro pianeta, che deve essere protetta e tutelata, anche in virtù delle differenti proprietà organolettiche e dell’apporto di sali minerali che ogni sorgente può apportare al nostro organismo.
Per essere definite minerali le acque devono possedere delle caratteristiche stabili e costanti, risultando batteriologicamente pure nelle analisi che vengono regolarmente svolte all’origine, mentre il loro imbottigliamento deve avvenire in prossimità della sorgente stessa, senza interventi di modifica di alcun tipo.
Tra le altre caratteristiche le acque minerali devono inoltre avere un PH compreso tra 6,5 e 8,0, per i PH inferiori a 7 avremo un’acqua definita acida, mentre per quelli superiori sarà alcalina. Anche in questo caso cambiano le qualità organolettiche che fanno preferire al palato un’acqua con un PH inferiore.

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